Nell‘iconografia marittima e vacanziera l’amaca è uno dei simboli principali. Dormire nell’amaca è il massimo del relax e del riposo, sia mentale che fisico. Le amache furono importate in Europa nel lontano 1400-1500 dopo la scoperta dell’America. Questi oggetti venivano utilizzati per lo più dai marinai che ne sfruttavano l’uso per dormire la notte e per prendersi delle pause. Prima dell’arrivo delle amache, i marinai dormivano nelle piccole cuccette e in lettini piccoli che gli procuravano dolori non indifferenti per la scomodità.
L’invenzione di questi particolari letti sono da attribuire ai nativi dell’America centrale e latina. Alcuni studiosi credono siano stati i maya ad inventarle altri si rifanno ad altre teorie. Secondo la teoria dei maya, le amache furono costruite da questo popolo con le fibre di Ha Mack, ossia con la corteccia di un albero del posto. Con il passare del tempo la costruzione delle amache fu realizzata con la sisal, una fibra che si ottiene con le fibre di agave. Queste fibre erano particolarmente forti e resistenti e quindi perfette per essere utilizzate come struttura portante dell’amaca che doveva sorreggere il peso degli uomini.
La struttura in particolare era molto diversa in origine, e sebbene oggi per design viene spesso riprodotta proprio quella originaria, si utilizza più comunemente il cotone e tessuti meno impegnativi, come il polipropilene e il lino. Ma allora, la forma del tessuto era a mo’ di ragnatela, proprio per consentire la ventilazione in un contesto dove il clima era particolarmente torrido. Inoltre la ragnatela per la sua forma tiene lontano gli insetti pericolosi quali serpenti velenosi e animali che normalmente sono prede di ragni.
In poco tempo l’amaca fu poi portata in Europa, dove se ne diffuse l’utilizzo. Ma prima fu portata in Sudamerica e nei Caraibi.
Il motivo che ha spinto gli abitanti dell’America centrale a realizzare delle amache è quindi chiaro, ma ci sono anche altre teorie. Le ragioni principali permangono così come le condizioni: temperatura elevate e esigenze di dormire di notte o di giorno all’aperto, ma lontano dalla calura e dalle temperature aride, sono comunque le cause che hanno portato alla creazione di questa invenzione. Alcune altre teorie ci fanno credere che le amache si diffusero in Gran Bretagna nelle carceri per dare modo ai prigionieri di riposare; tuttavia la teoria più comunemente accettata è quella della generazione in America che ha portato poi l’amaca a radicarsi in tutto il mondo come oggetto desiderato, amato ed apprezzato.
Come oggi, anche all’epoca l’amaca veniva fissata a due alberi oppure a due estremità che potessero comunque sorreggerne il peso, compreso naturalmente quello della persona. La presenza degli alberi come giaciglio non è un caso: questi infatti includono il vantaggio di offrire un supporto ma allo stesso tempo fare ombra sulla persona che riposa sull’amaca, dandogli così modo di riposare in un ambiente ricco di ossigeno e comunque evitare il rischio di bruciarsi la pelle.
Dalla corteccia di Ha Mack si è passati a quella dell’agave perché queste due sono particolarmente forti e resistenti; tuttavia è da ricordare che oggi un materiale simile viene comunque impiegato per la realizzazione delle amache: la iuta. Questa fibra naturale è altamente igroscopica ed è la stessa utilizzata in contesti marittimi; una volta veniva utilizzata la iuta per fare i sacchetti di farina e di frutta secca o di cereali antichi in genere. Il suo impiego trova infatti enorme spazio in questi contesti poiché particolarmente resistente e difficilissima da rompersi, oltre che atossica se bruciata.
Dalla iuta poi oggi si è giunti alle amache in cotone, in tessuto sintetico e così via, dando modo ad un mondo antico di entrare in epoca moderna, adattandosi comunque alle esigenze di odierne delle persone che cercano le amache non soltanto per ritrovare relax e riparo dal sole, ma anche per prendersi una pausa in casa propria, dormire la notte d’estate per evitare il calore del letto oppure semplicemente per rilassarsi in una zona di casa come il salotto o il terrazzino.
L’utilizzo dell’amaca e la sua realizzazione trovano una motivazione anche nella particolarità di essere sollevate dal suolo. Sulle navi questa particolarità era estremamente funzionale poiché favoriva il dondolio accompagnato dalle onde del mare. Il dondolio è una delle prerogative principali dell’amaca, un qualcosa che porta la mente a rilassarsi completamente e ad allontanarla dai pensieri negativi, favorendo al contrario la riconnessione della persona con la propria spiritualità e parte più profonda. Non è un caso infatti che le amache oggi vengono largamente impiegate anche nel mondo del fitness ed in particolare nella meditazione e nello yoga, discipline orientate alla purificazione della mente e dell’anima.
Evoluzione storica
Uno scrittore spagnolo, di nome Gonzalo Fernander de Oviedo Valdes, racconta che Cristoforo Colombo, quando tornò dall’America, oltre a portare spezie, oro, ananas, tabacco, caffè, portò anche le amache. Lo stesso scrittore trascorse molti anni a studiare le popolazioni indigene dell’America e scrisse che gli indiani dormivano in letti chiamati “hamache” e nel definirle le descrisse proprio come tessuti con una trama larga somiglianti a ragnatele, lunghe due o tre metri e che erano fatte di cordicelle agganciate agli alberi, da poter fissare a qualsiasi altezza. Gonzalo scriveva che erano letti trasportabili e che erano soluzioni fantastiche per dormire la notte proprio perché ostacolavano il caldo infernale di quei luoghi appena scoperti.
Nelle navi poi queste si diffusero rapidamente perché era proprio il punto di snodo, la connessione fra l’America e l’Europa. Le amache erano utili perché portavano i marinai a dormire sereni, comodi e a non sporcarsi sul pavimento delle navi. In poco tempo le cuccette furono abbandonate, fino a quando nel 1597 la Royal Navy della marina inglese creò per la prima volta navi costituite solo da amache per i propri soldati.
La Royal Navy creò tuttavia una versione di amache leggermente differente da quelle originarie con trama a forma di ragnatela. Trattandosi di un clima più freddo, le amache in questione erano realizzate in un tessuto più pesante ed erano poi appese a 30 cm di distanza le une dalle altre.
Oggi giorno è quasi comune e scontato vedere amache appese agli stralli di prua oppure sulle imbarcazioni da diporto, ma se abbiamo queste fantastiche cuccette marittime, lo dobbiamo soltanto agli indiani d’America e alle importazioni che avvennero nell’immediato periodo post scoperta dell’America.